
Finanza agevolata? Sì grazie
Ma quali sono i reali vantaggi della finanza agevolata? La finanza agevolata rappresenta per le imprese un asset strategico, di difficile gestione a causa dell’incapacità cronica del nostro Paese di dare continuità e stabilità a un sistema troppo frammentato per essere efficiente ed efficace.
Continui mutamenti di indirizzo da parte di Governi nazionali e locali con interessi spesso contrapposti, la storica carenza di una politica industriale di medio-lungo periodo e l’assenza di una “cabina di regia nazionale” che determini una linea di indirizzo univoca, non lasciano immaginare un futuro diverso da quello attuale.
I luoghi comuni sul tema si sprecano: dai soldi che tornano inutilizzati all’Europa perché le aziende non ne usufruiscono quando invece sono Stato e Regioni che non trasformano i capitoli di spesa concordati con l’Unione Europea in bandi, impedendone, così, la fruizione; alle promesse politiche che attraverso stanziamenti fanno notizia ma non si trasformano mai in misure operative. Purtroppo, poi, c’è anche l’amara verità di miliardi di euro, sempre dell’Unione Europea, destinati agli investimenti nelle aree sottosviluppate che per 30 anni sono stati spesi, invece, per una scellerata politica di trasferimento di ricchezza che non ha fatto altro che ampliare il divario tra le diverse aree del paese senza generare sviluppo.
Quindi meglio evitarla?
No, sarebbe un errore grave, visto che sul piatto ci sono circa 4,6 miliardi di contributi ogni anno, di cui il 73% a esclusivo appannaggio delle piccole e medie imprese e per il 57% al Centro-Nord (Fonte: Relazione sugli Interventi di Sostegno alle Attività Economiche e Produttive 2017 – Ministero dello Sviluppo Economico).
Quindi quali sono i reali vantaggi della finanza agevolata?
Sintetizzando lo scenario di riferimento, esistono strumenti agevolativi europei a gestione diretta che prevedono la partecipazione obbligata di più Enti di diversi Stati Membri, agevolazioni nazionali e/o regionali che per lo più erogano fondi europei sulla base di programmi settennali vincolanti concordati con l’UE, nonché bandi residuali messi a disposizione da altri enti eroganti (Camere di Commercio, INAIL etc.), per uno scenario complessivo che conta 942 strumenti agevolativi attivi sul territorio nazionale, di cui 57 (22 realmente attive) nazionali e 885 regionali (Fonte: Relazione sugli Interventi di Sostegno alle Attività Economiche e Produttive 2017 – Ministero dello Sviluppo Economico).
La distribuzione di risorse per finalità vede prevalere la Ricerca e Sviluppo con il 37%, seguita dagli investimenti con il 32%, altre finalità con il 18%, l’internazionalizzazione con l’8% e, a chiudere, la nuova imprenditorialità con il 5%. Con una corretta gestione e un’adeguata pianificazione è possibile ottenere grandi benefici dalle misure agevolative, in quanto coprono tutte le fasi della vita aziendale.
Va da se che con il proliferare di Bandi in competizione l’uno con l’altro è necessaria un’opera di ingegnerizzazione tra investimenti da effettuare e strumenti alternativi con l’obiettivo di massimizzare l’effetto incentivante, nonché valutare impatto e utilità delle agevolazioni sulla struttura finanziaria dell’impresa. Nell’immaginario collettivo la finanza agevolata corrisponde al contributo a fondo perduto; tuttavia questa forma di agevolazione è sempre meno utilizzata a causa della scarsità di risorse a disposizione e alla necessità politica di agevolare il maggior numero di imprese possibile al minor costo.
Questo ha portato nel tempo all’ideazione di nuove forme tecniche di erogazione degli incentivi: dalla surroga nelle garanzie (es. Fondo Centrale di Garanzia), alle agevolazioni in conto tasso (Es. Legge Sabatini), alle forme miste ma anche il ritorno ai finanziamenti a tasso agevolato erogati in via diretta dagli Enti eroganti.
Mentre le agevolazioni in conto tasso o la surroga nelle garanzie poggiano sul sistema bancario modificando di poco la capacità di accesso al credito delle imprese, le forme di finanziamento diretto da parte degli enti eroganti rappresentano un canale di approvvigionamento alternativo al sistema bancario, generalmente a tasso zero o poco più, che non compaiono in Centrale Rischi.
Nel mondo della Finanza Agevolata i finanziamenti a erogazione diretta sono strumenti disintermediati naturali che esistono dagli anni ’60 e, oltre al vantaggio del tasso, rappresentano un elemento qualificante per chi li ottiene, in quanto ritenuto credibile e meritevole da Istituzioni Pubbliche. Questa metodologia di agevolazioni è legata a progetti di investimento in Ricerca e Sviluppo e per tutti gli strumenti nazionali di supporto dell’Internazionalizzazione delle imprese.
La crescente attenzione alla Responsabilità Sociale d’Impresa, mette le aziende al centro di un ecosistema che coinvolge dipendenti, clienti e fornitori, territorio e sostenibilità collegati in modo sempre più stretto dai nuovi strumenti social, determinando un potenziale circolo virtuoso da alimentare.
Per questo motivo, una moderna gestione della finanza d’impresa non può prescindere dal considerare strumenti di credito disintermediato, anche attraverso privati investitori, quali contratti di cointeressenza, associazione in partecipazione, finanziamenti peer to peer, crowdfounding così come strumenti di credito e moneta complementari…Ma anche da un corretto utilizzo delle agevolazioni alle Imprese.


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